Parco e barche: un disciplinare... da disciplinare?

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Parco e barche: un disciplinare... da disciplinare?

Da inizio aprile dovrebbe uscire dall’impasse una questione che nei primi mesi del 2022 ha messo in seria difficoltà i noleggiatori di barche e organizzatori di gite sul mare alle Cinque Terre.

Una buona notizia che dovrebbe servire anche come esperienza al fine di prevenire il rischio che la situazione si ripeta in futuro. 

Come tutte le faccende in cui c’entra la burocrazia, per capire serve più che mai chiarire il contesto.

Facciamo quindi un passo indietro e spieghiamo che, giustamente, esiste un disciplinare che stabilisce le regole per la navigazione da diporto nell’area marina protetta del Parco delle Cinque Terre e area marina protetta

Il disciplinare è uno strumento normativo che regola la navigazione da diporto e stabilisce le caratteristiche necessarie dei natanti autorizzati ad accedere nella zona di protezione e rispetto.

Il disciplinare vale un anno ed ogni anno il testo viene adattato alle mutate esigenze, introducendo delle regole che vanno rispettate per permettere di proseguire le attività nautiche nell’area marina di interesse del parco.

Adattare i natanti alle regole può essere anche molto oneroso e richiede tempo.

Pretendere, per esempio, di utilizzare solo motori a basso impatto ecologico è sacrosanto, ma sostituire le motorizzazioni delle barche non è certo questione che si risolve in pochi giorni. Poi ci sono omologazioni che prendono anche più di un mese per andare a buon fine. 

Quindi per gli operatori è indispensabile avere contezza delle nuove norme e regole per tempo, così da limitare il fermo dei natanti ai mesi strettamente invernali, quando comunque non ci sarebbero clienti per il servizio.

Quest’anno è accaduto che le regole non fossero definite quando già arrivavano le prime richieste di noleggio dei natanti e così gli operatori, non potendo procedere coi noleggi, hanno perso preziose occasioni per avviare proficuamente la stagione. 

Questo comporta due riflessioni.

La prima è che il biennio trascorso è stato molto complesso per le note ragioni e gli adeguamenti strutturali dei mezzi sono stati particolarmente onerosi, quindi perdere opportunità di fatturato è particolarmente avvilente.

La seconda è che tutti gli attori del turismo e istituzionali ambiscono a favorire una destagionalizzazione dei flussi turistici, andando oltre i canonici mesi estivi, ma questo va in conflitto col fatto che se il mare non è ‘agibile’ già da marzo, molti rinunciano alla vacanza e la spostano ai ‘soliti’ mesi estivi (se non, peggio, vanno a farla altrove, in Italia o all’estero).

Gli operatori quindi auspicano che l’annunciata (ufficiosamente) pubblicazione del disciplinare 2022 sia davvero imminente e che per il futuro si possa prendere in considerazione, per esempio, di fissarne la validità da gennaio a dicembre, così che il fisiologico periodo d incertezza non vada a impattare negativamente sull’economia del turismo nautico del territorio.