Parco 5 Terre: il report dagli Stati Generali

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Parco 5 Terre: il report dagli Stati Generali

di Andrea Rivetta

 

Nella Sala Terminal Crociere alla Spezia si è svolto stamane l'appuntamento con gli Stati Generali del Parco, organizzati in collaborazione con Regione Liguria.

 

I lavori sono stati aperti da Donatella Bianchi, Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, la quale ha esordito con alcuni numeri: “ Il Parco nel 2021 ha registrato 3 milioni 116 mila presenze  e per il 2022 si annuncia un consuntivo vicino ai 4 milioni del 2019”. Sono state vendute circa un milione e centomila card di trasporto e accesso al parco e Donatella Bianchi ha rimarcato che stiamo vivendo un salto epocale, anche tecnologico, del turismo. Le sfide sono molte: la stagionalità, il turismo mordi e fuggi e altri temi che al parco sono evidenti, ma che sono proprie di altre realtà italiane, quali Venezia su tutte.  Oggi si parla di metaverso anche nel settore del turismo naturalistico e la sfida digitale che intermedia il turismo con la sua esperienza è un tema forte. Poi ci sono i cambiamenti climatici e le conseguenze geologiche per l’agricoltura e c’è da discutere di temi quali il diritto di reimpianto per gli agricoltori. Tutti temi, secondo Bianchi, “cruciali per i futuro del recupero del territorio. Il problema non sono i numeri in assoluto, ma la concentrazione in termini di date, fasce ore, giorni e luoghi”. 

 

A seguire proponiamo una sintesi di tutti gli interventi che si sono succeduti nel corso della mattinata e che contengono davvero moltissimi spunti di riflessione e di interesse, non senza qualche puntuale critica o denuncia di aspetti bisognosi di specifici interventi.

Mario Sommariva, Presidente Autorità Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale

Ha riaffermato il fatto che la blue economy è un volano straordinario per il territorio e che non può essere fermato o rallentato. Sono previsti importanti investimenti, orientati al tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Le parole chiave del manifesto degli Stati Generali del Parco sono in buona misura le stesse dell’Autorità del Sistema Portuale.

Le cose vanno fatte, ma grazie alle nuove tecnologie anche l’espansione della struttura portuale sarà coniugabile con la sostenibilità ambientale.

Le crociere fanno parte dei programmi di sviluppo, sui quali sono stati investiti complessivamente in Italia 680 milioni. Investimenti che alla Spezia riguarderanno il nuovo polo croceristico, con la sua stazione e il nuovo waterfront. Tra le novità, gli impianti di aspirazione dei fumi delle navi in porto e l’alimentazione elettrica da terra delle navi in porto. Le novità saranno tema di discussione al fine di coniugarli con la qualità e con le esigenze del Parco.

 

Pierluigi Peracchini, Sindaco della Spezia

La comunicazione è sostanziale su questi temi. Le competenze sono molte e diverse e molti soggetti istituzionali sono coinvolti. Il Comune non mancherà nell’assicurare il suo supporto.

 

Francesco Villa, Presidente Comunità Del Parco

Villa ha dichiarato: “Rappresento i cittadini del territorio e di questi Stati Generali ho apprezzato l’effettivo coinvolgimento dei cittadini dei borghi, di coloro che davvero e da sempre ci lavorano, in terra e sul mare”.

 

Giacomo Raul Giampedrone, Assessore Protezione Civile, Infrastrutture, Ambiente e Difesa del Suolo Regione Liguria

Giampedrone ha rimarcato che “La parola che sta su tutte è ‘responsabilità’. il parco ha ereditato un patrimonio che richiede più che mai attenzione responsabile, anche nella necessità del mantenere in equilibrio il territorio. Dobbiamo ragionare su un orizzonte temporale di 20 o 30 anni, il che impone per esempio opere di difesa e mitigazione, opere che riguardano l’agricoltura, ma anche interventi come quello del recupero della Via dell’Amore, frutto di una forte collaborazione tra molti soggetti, locali, regionali e nazionali. La gestione dei flussi non deve far paura, ma deve essere un mantra quotidiano; abbiamo chiesto a Fondazione Cima di lavorare su un sistema di allerta a breve termine che però deve tener conto delle conseguenze di eventuali emergenze”.

 

Giulia Giannini e Martina Orsini, SCS Consulting 

Le due esperte hanno riepilogato come sono stati impostati e gestiti i lavori degli Stati Generali, da loro organizzati gestionalmente e supervisionati.

L’obiettivo è stato il consolidamento della metodologia come strumento vivo di raccolta e puntualizzazione delle esigenze emergenti.

Le persone del territorio sono state materialmente coinvolte, partendo da parole chiave, per poi elaborarle in riflessioni e proposte di soluzioni concrete. 

Le soluzioni proposte sono state aggregate per macro temi.

Sono stati individuati i pilastri su cui costruire le proposte, tutte direttamente avanzate dai partecipanti ai tavoli.

In primis serve un coordinamento, una cabina di regia. Il primo e più importante contenuto, propulsore di tutte le proposte e che riguardi anche un’area più vasta, comprendendo Val di Vara e spezzino.

In evidenza il pilastro sulla formazione, trasversale ai vari settori. Più connessione con le scuole, in primis quelle a indirizzo turistico, per creare corsi che vadano dalla manutenzione dei muri a secco a la pesca responsabile

Poi l’analisi dei dati è cruciale per la gestione dei flussi e servono piani regolari di monitoraggio.

La digitalizzazione è necessaria per costruire cruscotti dinamici che integrano in digitale le informazioni in modo veloce e istantaneo, p. es con un’app integrata che permetta una serie di servizi utili o di emergenza.

La gestione dei flussi è un tema cruciale. Si parla di introduzione di una tassa di ingresso e va organizzato il dialogo con le società crocieristiche; in ogni caso serve dialogo e non chiusura.

Infine si è rimarcata la necessità della valorizzazione e fruibilità del territorio, coinvolgendo le associazioni e le comunità locali. Serve un recupero del coinvolgimento dei residenti e occorre potenziare i servizi a loro dedicati.

Serve un recupero delle peculiarità enogastronomiche locali e questo anche per scongiurare lo spopolamento.

Importante sarà il ruolo dei sindaci nella traduzione pratica e concreta di queste azioni.

 

Donatella Bianchi ha concluso l’apertura ricordando che compiono cent’anni la legge sul paesaggio e la norma che ha istituito i primi parchi nazionali italiani. Un appello va al Parlamento perché porti al centro del dibattito sullo sviluppo economico e sostenibile i parchi. Le Cinque Terre sono non solo un santuario della natura e della biodiversità, ma soprattutto un parco dell’uomo. Servono risorse per garantire ai parchi un organico adeguato a queste sfide

 

CLIMA E PROTEZIONE CIVILE: PREVEDERE PER PREVENIRE, PROGRAMMARE PER AGIRE

Interessante intervento quello di Luca Ferraris, Presidente Fondazione Cima: “Per la prima volta un parco parla di protezione civile e mette la prevenzione del rischio al centro dei lavori. Noi abbiamo fatto fare da alcune università uno studio sull’evoluzione climatica. Ci sarà nei prossimi 50 anni un’evoluzione delle temperature, soprattutto invernali. Un dato da un lato preoccupante, ma che dall’altro va nel senso della destagionalizzazione turistica, garantendo un clima confortevole per un periodo più ampio. L’estate s’è già guadagnata due mesi (maggio e ottobre). Però ci sarà più siccità. In compenso aumenterà la frequenza (+15%) di fenomeni di piogge e temporali autorigeneranti, violenti che derivano dal mare più caldo e dinamiche dei venti con scontro tra tramontana e venti da sud.  Si parla di piogge da 400 o 500 mm in poche ore. Non è solo questione di Protezione Civile, ma è questione di sviluppo e di volontà delle comunità locali che devono lavorare sulla prevenzione dei rischi. Serve organizzare un quadro multi attore tra istituzioni e comunità”. Ha poi proseguito: “Va fatto in tempo reale monitoraggio delle persone per sapere cosa gestire. L’azione va fatta a monte dei flussi e l’incertezza genera difficoltà e coordinamento, anche con La Spezia e Levanto, sennò non si gestiscono i flussi. Sicuramente non si possono portare via le persone durante un evento, sarebbe una strage. Servono invece aree di emergenza diffuse, ma quelle attuali non sono sufficienti; serve infine mettere in programma per la prossima primavera una grande esercitazione e le persone del territorio devono esser pronte.

La parola chiave è ‘consapevolezza’: non si può aspettare l’evento, bisogna muoversi prima”.

SESSIONE PLENARIA 

Moderata da Paolo Ardito, giornalista del Secolo XIX

L’on. Gianni Berrino, in colllegamento video, ha ricordato che “Le ferrovie danno un contributo importante sulla frequenza dei treni, garantendo una sorta di la creazione di una sorta di metropolitana leggera. Nel 2015 la rassegna stampa del lunedì evidenziava sempre l’impossibilità di entrare ed andar via dalle Cinque Terre, dal 2016 col Cinque Terre Express la situazione è decisamente migliorata”. I milioni di turisti viaggiano in treno e ciò ha determinato un impatto economico molto forte.

Ha anche determinato uno sviluppo turistico a Spezia e nei comuni intorno al parco. Il Cinque Terre Express non è stato solo mezzo di trasporto, ma anche motore di sviluppo.

 

L’on. Maria Grazia Fria (anche assessore al turismo della Spezia) ha commentato: “La sintesi e il lavoro di confronto è già in sé un passaggio fondamentale.  La sottovalutazione del passato è concausa di quanto viviamo oggi. Sono temi politicamente trasversali e vanno portati all’attenzione del Parlamento. Il Parco delle Cinque Terre è uno dei luoghi più belli del mondo e necessita della giusta tutela.

Sul turismo bisogna parlare di croceristi, ma anche delle tante altre provenienze. Chi va a Roma, non può non andare a vedere il Colosseo, oggi chi viene a Spezia non può non fare una visita alle Cinque Terre. I flussi vanno gestiti con più concretezza e il digitale in tal senso può fare molto”.

 

on. Raffaella Paita

“Ci si aspettava dalla presidenza Bianchi una maggiore visibilità, che c’è stata, ma soprattutto c’è stato un metodo di lavoro che ha fatto un grande salto di qualità. Il nodo è che la città della Spezia ha avuto una grande crisi industriale nel 1992/93 ma ha saputo poi agganciare l’opportunità del Parco ed esprimere un potenziale turistico enorme. Senza, sarebbe stato un gran problema. Ciò che non ha corrisposto a questo modello è stato il livello di investimento necessario. Non possiamo aspettarci che i sindaci delle Cinque Terre con le loro solo risorse possano risolvere i problemi strutturali. Ma a livello amministrativo le cose non vanno ancora come dovrebbero. Eppure la ricaduta positiva va molto oltre i loro comuni. Le risorse per temi come la prevenzione del rischio idrogelogico vanno pensate ad un livello più strutturato. 

Dovremmo pensare ai comuni delle Cinque Terre e dei comuni circostanti come ad un unico ente; questo soggetto potrebbe e dovrebbe ottenere risorse per gli interventi di beneficio condiviso: dalla sentieristica alla formazione.

Io propongo, anche alla Regione, di pensare alla trasformazione del parco in ente esecutivo, in grado di garantire una regia unitaria, passando da una visione particolare alla consapevolezza che l’impianto economico è cresciuto grazie al potenziamento delle cinque terre, che tutt’ora sono un territorio che ha fatto passi avanti, ma certo non si può dire sia ora davvero in sicurezza. Servono risorse importanti per garantire che le  Cinque Terre siano salvaguardate nel tempo”.

on. Valentina Ghio (anche sindaca di Sestri Levante)

“Anche il Tigullio risente positivamente della vicinanza delle Cinque Terre. Il coinvolgimento delle comunità locali è fondamentale. Lo dico anche per l’esperienza da sindaca. Si parte dal benessere della comunità locale se si vuole davvero costruire. Questo percorso in atto per il Parco delle Cinque Terre è importante. Il tema dello sviluppo turistico dei parchi va portato su scala nazionale e serve un piano straordinario della gestione del dissesto, che coinvolga certo la protezione civile, ma la prevenzione vera la fa, per esempio, la micro agricoltura eroica. Va defiscalizzata la micro agricoltura e va sostenuta al pari delle grandi realtà. Così davvero ci si cura del territorio.

Del modello Cinque Terre vorrei che buona parte del territorio imparasse: valorizzare la bellezza dei territori e, da alcuni anni, il saper tenere assieme il piano locale e il dialogo con la comunità con la ribalta internazionale. Ci sono problemi non risolti, ma più che altrove in Liguria è stato fatto un lavoro di integrazione. L’essere parco nazionale ha creato un miglior legame anche con realtà governative, non solo sul tema pur centrale della tutela, ma anche per le risorse collegate agli altri aspetti che vanno dal trasporto all’economia e, in particolare, all’economia circolare. Il sistema parco è un esempio virtuoso”.

on. Stefania Pucciarelli 

“Il metodo adottato dal Parco è davvero da encomiare. Mi ha colpito in particolare la valorizzazione del territorio partendo da chi vi abita, per non correre il rischio dell’effetto cartolina. Il controllo dei flussi è un tema che tocca l’economia di tutti e quindi va condiviso tra tutti. La proposta di esercitazione che è stata fatta trovo sia importante. Ho seguito un’esperienza analoga in Sardegna, col coinvolgimento di tanti soggetti: dall’Esercito alle scuole. Qui a Spezia abbiamo la Marina Militare che potrebbe essere coinvolta in seno ad un progetto in caso di emergenza. 

L’agricoltura è un aspetto centrale e io credo che un salto di qualità starebbe nell’adozione radicale del chilometro zero nelle strutture di ristorazione nel parco. C’era stata una fase disattenta, poi in pandemia questo aspetto è stato ragionato. Recuperare territorio ai vigneti storici sarebbe essenziale, creando eccezioni ad hoc per il parco sui diritti di reimpianto, per esempio”. 

Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria

“Il recupero del territorio è un tema di livello regionale e nazionale. Le Cinque Terre sono state create grazie al lavoro dell’uomo. Io credo che sia parzialmente da rivedere il PNRR in merito alla gestione del territorio, ma già oggi risorse libere ce ne sono, da destinare alle risorse umane e ad altri temi rilevanti. Necessaria una collaborazione inter-istituzionale per la miglior gestione delle risorse economiche. La sfida ambientale è ormai evidente e riguarda anche l’economia del territorio. Cinque Terre, Portofino o Sanremo ormai sono brand, diversi tra loro, ma che hanno in comune la capacità attrattiva turistica in regione a livello internazionale. Le sfide sono molte, dal sostegno all’agricoltura eroica, alla migliore integrazione tra mare e sentieri, dalla formazione di personale per il turismo alle infrastrutture. Le Cinque Terre sono fulcro di un’offerta turistica che riguarda anche la città di Spezia, Portovenere e tutto il golfo e la piana del Magra e che va certamente coordinata. La Regione c’è per progetti collaborativi e il cantiere importante e complesso della Via dell’Amore sta a dimostrarlo in concreto; infatti lo si sta gestendo proprio con questo spirito collaborativo tra istituzioni”.

 

SESSIONE: PROPOSTE E CONSIDERAZIONI

Modera Patrizio Scarpellini, Direttore Parco Nazionale Cinque Terre

Una prima nota ha riguardato il tema della depurazione acque nel Parco. S’è creato un gruppo di lavoro interdisciplinare che ad ora ha generato 4 o 5 soluzioni, ma non completamente convincenti. In realtà ora il Parco sta lavorando su un’idea assai avanzata per un’azione di recupero, trattamento e riuso delle acque, senza scarico a mare. Poi c’è da ricordare il progetto di trasferimento dei liquami per il trattamento al depuratore di Levanto.

 

Federica Montaresi, Segretario Generale Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale

“Il settore delle crociere è certamente motivo di attenzione e noi siamo in ascolto e dialogo sui problemi da coordinare tra più soggetti e col Parco, anche in termini molto concreti. L’approccio innovativo come Autorità portuale nella gestione dell’ecosistema portuale riguarda prevalentemente gli aspetti degli impatti sulla città, quali il cold ironing (NdR - che permette lo spegnimento dei motori navali durante l'ormeggio in porto), ma anche l’ambiente marino, compresa la  mitilicoltura”. 

 

Alberto Fiorillo, Responsabile Servizi Intermodali - RFI-Direzione Stazioni

“Si è parlato del modello Cinque Terre e credo che il treno come mezzo privilegiato di accesso alle Cinque Terre è stato certamente un esempio di valorizzazione. Oggi i dati nazionali ci dicono che vacanzieri e gitanti di un giorno usano poco il treno, nell’ordine del 10%, ma questo dato va ragionato in termini di sviluppo in rapporto alla sostenibilità.  RFI sta anche gestendo interventi di respiro che vanno oltre la stazione ferroviaria e che prevedono interventi che permettano di raggiungere le stazioni in modo sicuro e sostenibile. Con Regione Lombardia si parla di un progetto da 100 milioni, da investire in tal senso. In Liguria questa sarebbe un’opportunità importante per rendere più accessibili i territori turistici; a Monterosso al Mare un intervento è in corso, ma anticipo che altri sono già in programma”.

 

Giovanna Braghieri, Direzione Business Regionale Trenitalia_

“Lavoriamo molto sulla qualità dei servizi offerti, sulla qualità dei servizi medesimi e sulla loro comunicazione. I servizi specifici per le Cinque Terre vanno da marzo a inizio novembre e parliamo di 99 collegamenti al giorno, al fine di una migliore gestione dei flussi. Abbiamo raddoppiato il numero dei trasporti sulla tratta coi nuovi treni modello Rock e Pop. Circa la metà dei trasporti sono fatti con questi nuovi mezzi, ad emissioni e consumo di energia ridotti del 30%, ma anche diminuiscono rumore e vibrazioni. Hanno ampi finestrini e apertura porte temporizzata così da mantenere il comfort interno. Hanno monitor informativi che sono importanti per una migliore erogazione delle comunicazioni, sia di servizio che di tipo turistico. La Carta Parco Cinque terre è un prodotto integrato che è collegato anche ad una vendita collegata alle informazioni utili, per esempio sulle regole della presenza nel Parco. La vendita è digitale, ma anche fisica e anche in questo caso ci sono occasioni di una vendita con un supporto di comunicazione qualificata”.

 

Paolo Guidetti, Dirigente di Ricerca afferente al Genoa Marine Centre, Stazione Zoologica Anton Dohrn

“Parlando di piccola pesca, va ricordato il suo valore storico e culturale. Purtroppo stanno pian piano sparendo sotto i colpi di un’economia ittica assai sfidante. Le aree marine protette devono diventare ambienti alleati della piccola pesca. Hanno un ruolo anche ‘coreografico’ a fini turistici, che restituisce un’identità ai borghi. La piccola pesca deve evolversi rispetto al passato, ma anche preservare tutto quel patrimonio di valori che vanno ben oltre il procacciare cibo. L’economia locale sviluppata dalle AMP dovrebbero essere redistribuite tra le varie categorie di portatori di interessi, che non deve svantaggiare i piccoli pescatori”.

 

Sabrina Diamanti, Presidente CONAF. Agricoltura, agroecologia, pesca e silvicoltura

“Porto la voce del bosco, sin qui assente, anche se nel parco rappresenta circa l’80% della superficie. Il bosco ha una funzione fondamentale per la mitigazione degli eventi climatici, un bosco curato ha una funzione unica di protezione dal dissesto.

Al piano del parco abbiamo chiesto un approfondimento sulla realtà boschiva, eterogenea, che va dalla pineta marittima massacrata dalla cocciniglia, ai boschi dell’entroterra che sono ricchi e variati e che rappresentano la vera opportunità di ridistribuzione dei flussi all’interno. Oltretutto è un turismo altro rispetto al turismo mordi e fuggi. Una collega ha fatto un sentiero canonico nel Parco. lungo costa. e uno nella parte alta del parco sino a Portovenere. Il secondo è stato rilassante e bello dal punto di vista naturalistico, il primo era sovraffollato e per nulla godibile.

Io credo che se rimane questa situazione si perderà proprio la parte di turismo che cerca il contatto più vero e che per vivere un’esperienza non positiva ha anche pagato un biglietto, per quanto giustificato dal pagamento dei servizi ecosistemici. 

Certo che il biglietto serve a garantire la sopravvivenza del Parco, ma nel sovraffollamento sfugge la percezione del gran lavoro di manutenzione e valorizzazione che viene fatto. Recuperare gli spazi dell’entroterra servirebbe a diluire e rendere per tutti positiva l’esperienza. Voglio dare voce alla parte bosco perché è strategica, anche se non ha l’attrattività del mare. Può anche garantire un’economia circolare”. 

 

Andrea Granelli, Esperto a supporto del Parco nel processo di digitalizzazione e risorse PNRR

“Oggi i parchi possono essere attrezzati con sofisticati supporti digitali, dal controllo presenze all’anticipazione dei flussi o delle emergenze. Altro tema che riguarda la digitalizzazione è lo sviluppo di un distretto agritech per le piccole e micro imprese agricole; uno sviluppo basato su droni, su sensori e sull’agricoltura di precisione.

Con il sistema camerale ligure si metteranno a disposizione risorse a favore delle imprese per supportare la digital transition e la realizzazione concreta di esperienze e test nell’agritech. Infine c’è un progetto di espansione della connettività digitale in luoghi remoti e isolati, anche privi di risorse energetiche; si sta pensando a connettività satellitare di nuova generazione e a stazioni autonome energeticamente grazie al solare. Un progetto made in Italy che possa essere modello rivolto a tutte le situazioni analoghe. Il Parco delle Cinque Terre può fungere da laboratorio, ma anche da ambasciatore di questa innovazione”.

 

Luca Fontana, già Direttore generale del Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e Lavoro della Regione Liguria

“Ci sono le risultanze del lavoro sul tema dell’agricoltura ed emerge un segnale forte e chiaro. I produttori dichiarano con convinzione di voler continuare la loro attività agricola, ma chiedono che sia messa al centro, Non è un segnale da poco. Il mondo dell’agricoltura è radicalmente cambiato: nel dopo guerra alle Cinque terre c’erano mille ettari di vigneto, mentre oggi, stante il catasto vitivinicolo, parliamo di 56 ettari, anche se poi c’è chi dice 100. L’età dei coltivatori è in ascesa; ci sono esempi interessanti di agricoltori giovani stanno lavorando con verve, ma il dato medio ci dice che anagraficamente gli agricoltori invecchiano. Va tenuto conto che l’annunciata transizione digitale deve esser adottata da persone che per lo più sanno far funzionare giusto uno smartphone. Il frazionamento poi è esploso: 356 proprietari per quei 56 ettari. Sono solo 1500 metri quadri pro capite… Venendo ai numeri, i visitatori sono 3 milini e mezzo e si vendono all’anno di 1 milione e centomila card.

Le bottiglie di vino prodotte nelle Cinque Terre sono circa mezzo milione, cioè neanche una bottglia ogni due visitatori! E a quel punto è già finito tutto il vino...

Il Parco può svolgere il ruolo di facilitatore, accompagnando gli agricoltori anziani verso la modernità e al contempo attirare e far crescere una nuova generazione di giovani agricoltori. Il tema è che nel piano del parco deve esserci scritto l’elenco delle azioni concrete atte a favorire questi progetti. Quello dell’ente Parco è un ruolo davvero cruciale”.

 

Guya Paganini di Mypass ha semplicemente presentato la sua azienda, che è partner del parco, spiegando che “Sviluppiamo soluzioni tecnologiche per accessi e pagamenti. Lavoriamo con la montagna e con Venezia, per la quale abbiamo un sistema integrato i molti aspetti della gestione turistica. Noi gestiamo l’accoglienza, la gestione dei flussi e soprattutto l’integrazione delle varie problematiche. Per il Parco stiamo sviluppando soluzioni ad hoc”. 

 

SESSIONE CON I SINDACI

 

Moderata da Corrado Ricci, giornalista de La Nazione, ha visto al tavolo i Sindaci della Comunità del Parco e del territorio

Emanuele Moggia, sindaco di Monterosso 
“Ricordiamo che nonostante le limitazioni di personale, oggi evidentemente dimostrate, il lavoro del Parco è stato rilevante. S’è dotato di una rete sentieristica di grande efficienza e importanza, analizzando le problematiche con attenzione scientifica. C’è un protocollo di intesa che permetterà un intervento di depurazione delle acque e che verrà fatto rientrare nel progetto PNRR della ciclovia tirrenica, attraverso la riapertura della galleria ferroviaria abbandonata tra Levanto e Monterosso. Questi sono solo due esempi dei tanti emersi. L’istanza è quella di fare sistema e i lavori di oggi dimostrano quanto sia davvero possibile”. 

 

Fabrizia Pecunia, sindaca di Riomaggiore

“Facendo il punto, gli Stati generali danno l’opportunità di interlocuzione trasversale tra enti a diversi livelli e una collaborazione che includa la popolazione. Dalla giornata di oggi deve uscire un metodo di lavoro e ciascuno deve avere un suo compito dato. Nessuno può agire e farcela da solo. Sarà possibile con questo strumento calare davvero sul territorio delle soluzioni. La gestione dei flussi turistici è un’urgenza che va affrontata prima che diventi un problema di sicurezza e che causi un’implosione del territorio. Chi viene alle Cinque Terre può portarsi a casa un pezzetto di esperienza solo se lo mettiamo in grado di farlo. L’esperienza inizia da quando il turista mette il piede sul battello o sul treno. Da li dobbiamo iniziare a comunicare correttamente storia e cultura del territorio. Gestire i flussi vuol dire gestire l’esperienza di visita, che deve essere qualitativamente di valore. Il tema del territorio è il tema strategico, dal momento che le Cinque Terre sono quel che sono grazie al paesaggio e i muri a secco, strettamente collegati ad agricoltura e gestione del dissesto idrogeologico. L’emergenza va gestita, ma certamente meglio, va evitata. Le Cinque Terre devono e possono diventare un modello virtuoso, anche su scala internazionale, anche attraverso delle sperimentazioni”.

 

Francesco Villa, sindaco di Vernazza

“Il residente deve essere collocato al primo posto. I residenti oggi subiscono una vera e propria invasione che fa piacere, ma che comporta delle conseguenze pratiche. Sono spariti tutti i servizi locali, sostituiti da bar e ristoranti. Per un residente, per qualsiasi esigenza anche minima, anche solo per andare dal parrucchiere, è necessario lo spostamento in treno e ogni spostamento costa 5 euro e 20 centesimi di costo del biglietto. Sembra nulla, ma è chiaro che questo costo aggrava ogni pur piccola necessità. Sarebbe impossibile, chiedo a Trenitalia, permettere ai residenti un trasporto gratuito? Un esempio concreto di come si potrebbe dare un riscontro, irrilevante per Trenitalia, ma prezioso per alleviare le conseguenze pratiche della situazione”.

 

Marco Cosini, sindaco di Beverino

“Rappresento i comuni della cosiddetta buffer zone, aggregati al Parco. La vera porta delle Cinque terre è la Val di vara. A noi interessano i progetti materiali, non immateriali. Servono i parcheggi, servono spazi e soluzioni effettive di trasporto. Senza questa concretezza non si risolve nulla davvero”.

 

Leonardo Paoletti, sindaco di Lerici

“La soluzione delle Cinque Terre richiede un coinvolgimento ampio del territorio. 

Nella zona esistono molte destinazioni ‘micro’ che sono molto complementari tra loro: c’è Lerici, la val di Magra, le Apuane, la Val di Vara… c’è una ricchezza di esperienze possibili. Le Cinque Terre hanno perso molto dell’esperienziale, Resta un’offerta estetica, ma le esperienze di un tempo sono compromesse. 

Ciascuno dovrebbe sviluppare proprie opportunità caratteristiche che nell’insieme offrano un menu appetibile per i turisti, che vada dal rafting sul Vara alle degustazioni enogastronomiche, diverse per ogni zona. Non centralizzando il sistema turistico del territorio. Si può pensare ad una serie di punti di soggiorno di più giorni che includa sistematicamente la visita al Parco, ma poi si apra ad altre scoperte ed esperienze. Auspico degli Stati Generali del turismo a livello provinciale”.

 

CONCLUSIONI
Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi

“I parchi chiedono di spendere le risorse già esistenti per incrementare gli organici, ma senza chiedere risorse in più. Il Parco delle Cinque Terre è il numero uno in Italia per risorse generate autonomamente. Chiediamo una possibilità, come nel resto del mondo dei parchi internazionali, di gestirsi per budget. Basterebbero 4 o 5 persone in più per gestire con maggiore efficienza la struttura, ma oggi non è possibile. Le risorse ci sono. Parlando di sentieri e muri a secco in media c’è un milione di euro a parco disponibile, ma con regole farraginose. I Parchi hanno bisogno di meno burocrazia e bilanci per budget e farebbero molto più di quel che già fanno.

Il turismo è una risorsa, ma quando è troppo diventa anche un problema. 

Controllare i numeri non può essere visto come un problema. Il numero chiuso è a volte un’esigenza, così come le risorse derivanti dai biglietti d’accesso per far fronte alle molte necessità dei parchi”.

 

Donatella Bianchi, Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre

“Questi Stati Generali sono la fine di un percorso biennale. Ora le idee sono chiare. Si sa cosa serve e di cosa si ha bisogno. Da qui si deve partire, cercando anche un allineamento col territorio. Gli studi già fatti sono stati indicativi di alcune decisioni attuate. Altro deve seguire, i dati vanno messi a sistema e condivisi. 

Il turismo outdoor è attualmente allo studio, perché è l’approccio in antitesi alternativo al mordi e fuggi; presto avremo i risultati.

Entro gennaio 2023 serve un piano programmatico per sapere cosa debba fare il Parco e cosa non debba fare. A seguire rilanceremo il bando servizi da affidare a risorse esterne.

Per le emergenze servono modelli di prevenzione, basati su quello che la scienza prevede per i prossimi lustri: come gestire i periodi siccitosi? Come le bombe d’acqua? Come l’emergenza flussi?

L’obiettivo è arrivare ad un vero e proprio crono-programma da seguire.

Sembra incredibile, ma il parco non ha un agronomo in pianta organica. Sembra un paradosso, ma così è. Abbiamo otto dipendenti… servono ben più competenze. Servono risorse per permettere di sostenere chi agisce per la conservazione e il recupero dei territori del Parco. I cittadini sono il presidio fondamentale e non sono riconosciuti

Non si parla abbastanza di mare; abbiamo 4 licenze di pesca professionale in tutto il Parco… non è possibile se poi vogliamo che i visitatori mangino davvero a chilometro zero. Il parco sta facendo molto, su molti fronti, ma oggi siamo a un punto di svolta. Da qui si riparte. Serve una cabina di regiae serve che col Parco ci siano tutti i soggetti impegnati e oggi qui presenti.  Stiamo scrivendo il futuro prossimo, immediato, del Parco e di tutto il territorio e lo affidiamo ai parlamentari perché diventi realtà”.