5 Terre: turismo tra storia, natura e cammini

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5 Terre: turismo tra storia, natura e cammini

Lorenzo Viviani, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ha preso la parola durante l’incontro "La Liguria dei Cammini”, Domenica 16 marzo, a Milano, nell’ambito della fiera "Fa' la cosa giusta”.

 

Con il suo intervento, ha raccontato un territorio unico al mondo, dove uomo e natura si intrecciano da secoli, e ha tracciato una visione chiara: trasformare il turismo di massa in un’esperienza consapevole, capace di lasciare un segno nei visitatori, anche attraverso il paesaggio che li accoglie.

 

"Le Cinque Terre non sono solo una cartolina", ha esordito Viviani, "non possono ridursi al selfie con le casette colorate o al tramonto sul mare. C’è molto di più: una storia, una cultura, una tradizione che meritano di essere scoperte passo dopo passo".

 

È un invito a guardare oltre la superficie, a immergersi in un parco nazionale che si discosta dal concetto classico di area protetta. Qui, la natura non è isolata dall’uomo: il paesaggio, con i suoi celebri muri a secco e i terrazzamenti, è frutto di un lavoro millenario.

 

"Siamo il parco più antropizzato d’Italia", ha sottolineato Viviani, "e questa è la nostra forza. La biodiversità che custodiamo, persino tra le pietre dei muri, è straordinaria, ma è il risultato di un equilibrio fragile tra l’uomo e il territorio".

 

Camminare tra monte e mare

Camminare nelle Cinque Terre, secondo Lorenzo Viviani, significa attraversare una narrazione viva. Dai sentieri che tagliano foreste secolari a quelli che si snodano tra i vigneti, dai borghi affacciati sul mare alle vie dei santuari, ogni passo racconta le fatiche degli agricoltori, le tradizioni dei pescatori, la resilienza di un popolo stretto tra mare e monti.

 

"Chi viene da noi non visita solo un luogo naturale", ha spiegato, "ma cammina sulla storia, tra le produzioni agricole, in un patrimonio che l’UNESCO ha riconosciuto come eredità da preservare per l’umanità". E proprio questo è il cuore del messaggio: il Parco non vuole essere una meta di passaggio, ma un’esperienza che trasformi i turisti in "esploratori volenterosi", come li ha definiti il presidente.

 

Sentieri e consapevolezza: la sfida del Parco

Per raggiungere questo obiettivo, il Parco sta puntando sui cammini, valorizzando antichi percorsi che un tempo erano vie di comunicazione e commercio. "Non dobbiamo inventare nulla di nuovo", ha detto Viviani, "basta guardare al passato. Quelle mulattiere che collegavano costa ed entroterra sono già lì, pronte a essere riscoperte". Un lavoro che si affianca a un impegno concreto: la formazione di manutentori professionali, figure chiave per la cura quotidiana dei sentieri e dei muri a secco.

 

"Abbiamo appena diplomato i primi manutentori”, ha raccontato Viviani con orgoglio, "e molti altri giovani vogliono seguire questa strada. È un mestiere antico, ma altamente specializzato: un muro fatto bene dura secoli, uno improvvisato crolla in una settimana".

 

Eppure, la sfida più grande resta comunicare al turista – soprattutto straniero – la vera natura delle Cinque Terre. "Siamo vicini al mare, sì, ma siamo in montagna", ha ribadito Viviani. "Troppo spesso vediamo persone affrontare i sentieri in infradito, sottovalutando il territorio. È un problema che affrontiamo con la prevenzione: informiamo prima e durante la visita, perché chi arriva deve capire dove sta mettendo i piedi". Non si tratta solo di sicurezza – con i numeri crescenti di soccorsi lungo i percorsi – ma di rispetto per un paesaggio che richiede attenzione e consapevolezza.

 

Enogastronomia e identità: il valore della diversità

Un altro pilastro della strategia del Parco è la cultura enogastronomica, vista come antidoto alla standardizzazione portata dal turismo di massa.

 

"L’identità è la nostra forza", ha sottolineato Viviani. "In Italia, da un comune all’altro cambiano dialetto, cucina, tradizioni. Se perdiamo questo, perdiamo tutto".

 

Per questo, il Parco promuove strutture certificate con la Carta Europea del Turismo Sostenibile, che garantiscono pratiche ecologiche e valorizzano i prodotti locali: dal vino dei vigneti terrazzati ai sapori dell’entroterra. "Chi cammina sui nostri sentieri deve poter assaporare il territorio, non solo vederlo", ha aggiunto.

 

Eventi e futuro

Il Parco non si ferma qui. Collaborazioni come quella con la Scuola Holden, che ha creato percorsi storico-culturali, e nuovi eventi internazionali sono in cantiere per raccontare le Cinque Terre in modo diverso.

 

"Penso alla Via dell’Amore, certo, ma anche a tutto il resto", ha detto Viviani. "Abbiamo un patrimonio immenso da far conoscere, poco a poco". E poi c’è la sostenibilità: con le Cinque Terre Card, i visitatori contribuiscono direttamente alla manutenzione del territorio, un circolo virtuoso che unisce turismo e tutela.

 

In chiusura, il presidente ha lasciato un’immagine potente: "Chi viene da noi non deve solo portare a casa una foto, ma un seme, un’emozione, un po’ di quella spiritualità che nasce dal rapporto tra uomo e natura. Questo è il nostro laboratorio: dimostrare che, se lavoriamo insieme con intelligenza, possiamo lasciare un segno positivo".

 

Un segno che, tra sentieri, vigne e borghi, le Cinque Terre offrono al mondo.