La giornalista Giulia Innocenzi è co-autrice, con Pablo D'Ambrosi, del documentario "Food for profit", che denuncia le aberrazioni degli allevamenti intensivi: dalle crudeltà sugli animali, ai pericoli per la salute umana.
Giulia Innocenzi era dalle nostre parti, perché il suo documentario è stato presentato in seno al RIFF, a Sestri Levante, ma anche all'Auditorium dell'Ospitalia, a Levanto.
Potete ascoltare il suo intervento in diretta su RLV, che qui sintetizziamo anche in forma scritta.
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Noi mettiamo al centro del nostro documentario i quasi 400 miliardi di euro che dall'Unione Europea servono per finanziare l'agricoltura; in realtà la maggior parte di questi soldi, come abbiamo scoperto, va finanziare gli allevamenti intensivi, il che è paradossale perché sappiamo che sono luoghi dove gli animali vengono maltrattati, che inquinano l'ambiente e che costituiscono anche un pericolo per la salute di noi umani.
Abbiamo denunciato tutto questo mettendo delle camere nascoste, sia addosso ai nostri investigatori, che si sono fatti assumere negli allevamenti in giro per l'Europa, sia ad un lobbista che è riuscito a filmare alcuni suoi colloqui con gli eurodeputati.
Noi non avevamo né una casa di produzione, né inizialmente una casa di distribuzione, ma grazie alla spinta dal basso dei cittadini, che volevano vedere il nostro documentario, siamo invece riusciti a entrare addirittura nella Top ten dei cinema italiani; ci siamo riusciti anche grazie al coraggio di Sigfrido Ranucci, mostrando pezzi del documentario in Report.
in alcuni casi abbiamo addirittura dovuto assumere dei bodyguard, perché, ovviamente, siamo andati a intervenire di notte in luoghi molti isolati, dove sapevamo essere il corso diverso illegalità. Ci sono stati dei pericoli che abbiamo affrontato con razionalità, perché ovviamente non siamo dei kamikaze, però andando in giro per l'Europa non sapevamo assolutamente cosa ci saremmo trovati davanti in molte situazioni… quindi, sì non è stato facile.
Le persone vedono “Food for profit” e poi in molti mi contattano per dirmi che non riescono più a mangiare carne, ma addirittura c'è chi è diventato vegano; questo perché non si può più chiudere gli occhi davanti a quello che succede all'interno di questi luoghi.
Dagli allevamenti intensivi viene oltre il 90% della carne e del formaggio che consumiamo e quindi quello che sicuramente tutti possono fare è decidere cosa mettere nel proprio piatto. Questo atto, che è un atto politico, lo si può fare tre volte al giorno.
Dopodiché noi cerchiamo anche di fare pressione sulle istituzioni, infatti abbiamo mostrato questo film al Parlamento europeo, al Parlamento italiano e anche nel Consiglio regionale della Liguria. Lo facciamo perché vogliamo indurre dei cambiamenti concreti, anche istituzionali, a partire dallo stop ai finanziamenti pubblici agli allevamenti e da uno stop a nuovi allevamenti intensivi.
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