World Radio Day: sette storie di Radio e Pace

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World Radio Day: sette storie di Radio e Pace

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Il tema del World Radio Day 2023, evento promosso dall’UNESCO, quest'anno è "Radio e Pace".

La guerra non è soltanto un conflitto armato, ma anche un conflitto sulla narrativa raccontata dai media. Questa narrativa può acuire la tensione o mantenere condizioni di pace – ad esempio, è importante la responsabilità dei media nei toni del dibattito politico intorno alle elezioni.

La Radio ha un ruolo importante nel moderare le tensioni e prevenire che il clima si esasperi, portando le persone a un atteggiamento più sereno e costruttivo.

Il suo compito è informare i cittadini con imparzialità, offrendo dialogo tra le diverse parti.

Come recita la Costituzione dell’UNESCO: “Dato che le guerre nascono dalle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che deve essere costruita la difesa della Pace”.

Questo World Radio Day ricorda la grande importanza della Radio come pilastro della prevenzione di conflitti e la costruzione della Pace.

 

WRD made in Italy

In Italia, da tre anni, questa data è stata intesa anche come occasione per permettere alla radio di celebrare sé stessa.

L'agenzia di formazione e informazione Radio Speaker si adopera per creare un evento durante il quale radunare e far incontrare molte delle voci radiofoniche più note.

Dopo edizioni solo on line, quest'anno l’appuntamento sarà lunedì 13 febbraio, dalle 10 alle 18, in presenza, al Talent Garden Isola, in Piazza Città della Lombardia a Milano.

L’ingresso sarà libero tutto il giorno, fino a esaurimento posti.

L’evento potrà essere seguito anche in diretta streaming sul sito ufficiale www.worldradioday.it

 

Cosa farà RLV?

Come RLV La Radio a Colori abbiamo aderito con piacere anche quest'anno all'iniziativa.

Dal canto nostro, quel giorno, cercheremo di dare adeguato spazio al tema sollecitato dall'UNESCO: parlando di pace e delle iniziative intraprese per portare pace la dove ci sono conflitti o, anche meglio, dove sia possibile prevenirli, anche attraverso il dialogo.

 

LE SETTE STORIE

 

IL CASO DELLA CAMBOGIA

Molti cambogiani non hanno ancora ben chiaro cosa è davvero successo durante il regime dei Khmer Rossi dal 1975-1979. Un periodo durante il quale morirono circa 1,7 milioni di cambogiani.

La Cambogia soffre ancora economicamente e socialmente per l'orribile eredità storica dei Khmer Rossi e per gli anni di quella guerra civile. 

Tuttavia è risultato che i giovani cambogiani sono poco informati sulle vicende di quel periodo. 

Per rimediare a questo, nel paese è stata realizzata una serie radiofonica intitolata ‘Ka Pit’ (la verità), che ha fatto capire ai giovani cosa sia stato il regime dei Khmer rossi. 

Certamente la prima fonte restano le storie di famiglia, ma la radio è un mezzo popolare e una fonte di informazioni per i giovani cambogiani. E proprio i giovani hanno apprezzato molto ‘Ka Pit’ e lo hanno trovato istruttivo. In questo caso la radio cambogiana ha contribuito a non disperdere la lezione della storia e questo è un ottimo antidoto al rischio che certi fanatismi tornino a circolare.

 

LA PACE IN COSTA D’AVORIO

La Costa d'Avorio ha sofferto per un lungo un conflitto interno, durato dal 1999 al 2011.

La ricerca della pace si è concentrata sull’azione a livello locale. Le aree locali sono state viste come luoghi di riconciliazione tra le persone. 

Quindi proprio sulle radio locali sono stati promossi programmi radiofonici per parlare di pace e per promuovere la democrazia come soluzione ai conflitti di tipo etnico e politico.  

Dopo 12 anni di conflitto per il potere nazionale, la costruzione della pace si è concentrata sulla dimensione locale. 

Quest’anno sono previste elezioni locali e le radio locali stanno offrendo il loro  contributo per placare gli animi e creare condizioni democratiche per il voto. 

 

RADIO OKAPÌ: 20 ANNI DI IMPEGNO PER LA PACE

Radio Okapì e la radio delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo il prossimo  25 febbraio festeggia i suoi 21 anni. È stata creata nel 2002 dalla fondazione svizzera Hirondelle (che significa Rondine), un'organizzazione no profit che informa le popolazioni in situazioni di crisi.

Radio Okapì è diventata il media di riferimento del popolo congolese, grazie alla sua rete di 42 trasmettitori FM e alle stazioni radio comunitarie locali che ritrasmettono i suoi programmi e svolge un ruolo unico nel panorama congolese. 

Grazie al prezioso supporto dei paesi donatori, trasmette in 5 lingue e da voce a chi non ha voce. 

Radio Okapi nei suoi primi anni ha riunificato il Paese attraverso l'etere e questo è uno dei suoi più grandi successi. L'altro grande contributo è quello di rendere accessibile a tutti il ??dialogo e il dibattito.

Se questi 21 anni sono stati dominati da problemi di sicurezza e di pace, ora la migliore stabilità del Paese sta cambiando le priorità e lo sviluppo sta finalmente diventando il tema centrale. 

Così, con l'UNICEF è nata Bana Okapì.  

Una nuova rete FM rivolta specificamente ai giovani. 

Il settore dei media congolesi resta fragile e servono media indipendenti, al servizio dell'interesse generale. Questa è la missione che Radio Okapi continua a svolgere. 

 

RADIO IN KENIA

Il Kenya ha assistito a vari gradi di violenza dal 1992. Il peggio è accaduto nel 2008. Da allora il paese ha avuto elezioni contestate e controverse.

Nelle violenze post-elettorali, alcuni giornalisti e alcuni media sono stati accusati di aver diviso il paese in base alle appartenenze etniche. Anche alcune stazioni radiofoniche sono state accusate di alimentare la violenza trasmettendo discorsi di odio.

Tuttavia un ruolo alternativo lo hanno giocato le radio locali.

Il Kenya ha un vivace settore radiofonico composto da stazioni radio pubbliche, comunitarie, religiose, regionali, pubbliche e private. Il 95% dei circa 47 milioni di abitanti ha una radio, e circa la metà della popolazione ascolta ogni giorno le notizie dalla radio, soprattutto nelle campagne.

La prima stazione radio locale in Kenya è stata fondata nel 1982 su iniziativa del governo keniota e dell'UNESCO. Il paese oggi ha 11 stazioni radio comunitarie. 

Queste emittenti hanno aiutato a costruire fiducia e a promuovere la pace. Si sono impegnate per valorizzare la diversità, il dialogo interculturale e la tolleranza.

Amani FM, fondata nel Kenya orientale nel 2017, trasmette regolarmente messaggi di pace. 

Il nome stesso, Amani, è una parola suaili per dire ‘pace’. L'obiettivo della stazione era promuovere la pace e la tolleranza in una regione nota per essere profondamente divisa. 

Si può dire che Amani FM stia svolgendo molto bene il suo lavoro.

 

LA RADIO NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DELLA PACE IN ASIA MERIDIONALE

Qualche tempo fa è stato realizzato lo studio "Ruolo della radio nel processo di costruzione della pace nell'Asia meridionale".

Lo studio riguarda un’area enorme, di circa 4 milioni di chilometri quadrati, abitata da oltre un miliardo e mezzo di persone e analizza otto paesi: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka. Un’area dove vivono più di 2000 etnie, con un'enorme diversità in termini di stile di vita, lingua, religione e cultura. 

Uno dei maggiori problemi che la regione sta affrontando è l'incomprensione tra i diversi gruppi e questo impedisce la pace. 

La radio locale in questa area è un potente mass media elettronico e ha il potere quasi magico di raggiungere anche le aree più remote.  La radio portatile, grazie alle batterie, è uno strumento di comunicazione che riesce a raggiungere anche le zone dove non c'è elettricità. 

La radio è molto utile anche per coloro che sono privi ??di istruzione. Questo perché i messaggi radio contengono dialoghi e musica e sono facilmente comprensibili anche per le persone che non sanno leggere o scrivere. 

Lo studio ha esortato a sostenere la nascita di radio locali comunitarie,  così da favorire il processo di pace in Asia meridionale. 

Radio comunitarie senza scopo di lucro e gestite dalle comunità stesse, con programmi volti all'istruzione, alla salute e alla società, ma che parlano anche di ambiente, clima e aspetti culturali, dei diritti dell'infanzia, delle donne e dei lavoratori.

 

DA OTTOBRE SEI STAZIONI RADIO IN AFRICA SONO DI NUOVO IN ONDA PER LA PACE

Nella Repubblica Centrafricana sei stazioni radio sono state ricostruite e sono tornate in onda grazie al progetto RELSUDE. Ora svolgonoe il loro ruolo di costruttori di pace, favorendo il dialogo nelle comunità locali. Il progetto è stato avviato tre anni fa da un consorzio tra l’associazione Free Press Unlimited, e altre associazioni.  

La Repubblica Centrafricana sudorientale è la regione più instabile e conflittuale del paese. 

Ecco perché il progetto ha ripristinato le stazioni radio comunitarie in quest'area specifica. 

Queste stazioni radio erano state create dalle comunità stesse ed avevano funzionato per anni prima che i conflitti le distruggessero. 

Circa 900.000 persone erano così state private di informazioni locali.

Oggi, oltre alla fornitura di attrezzature tecniche, il progetto ha formato giornalisti e tecnici. 

La formazione pratica si è svolta presso le stesse stazioni radio. 

Radio Beressa è una delle sei stazioni radio che sono state rimesse in funzione. Si trova nella località Zémio, in cima a una collina. Era stata distrutta durante il conflitto nel 2018.

Germain e Paterne, due conduttori di Radio Beressa, hanno spiegato cosa significa l'emittente per la loro comunità: “ La radio è molto seguita dalla popolazione, è una radio per tutti. Permette alle persone di essere informate su ciò che sta accadendo nel paese e nella zona, trasmette informazioni fino a 70 chilometri da Zémio e spesso dà la parola anche agli ascoltatori».

Radio Beressa impiega 22 persone su base volontaria e raggiunge oltre 30.000 persone.

 

RADIO MIRAYA CREA FIDUCIA NEL SUD SUDAN, TRA ODIO E DISINFORMAZIONE

In Sud Sudan, gran parte della popolazione vive nelle zone rurali, dove non c'è un buon servizio internet, i giornali circolano raramente e non c'è copertura televisiva.

Quindi il mezzo più semplice per informarsi è la radio: basta avere le pile e si ascolta. Si può ascoltare nella fattoria o mentre si segue il bestiame in mezzo alla campagna. Molte persone in Sud Sudan non leggono e non scrivono, quindi si affidano all'ascolto di ciò che la radio trasmette.

Radio Miraya ha la più grande rete FM del Sud Sudan; informa, educa e intrattiene. È in inglese, ma ha anche programmi in arabo. Copre una vasta gamma di argomenti; dalla politica, allo stile di vita, alle questioni giovanili e alle questioni di genere. 

Il 70% della musica che Radio Miraya suona è musica del Sud sudan e promuove molti musicisti locali e delle regioni limitrofe, senza trascurare altre parti dell'Africa e del resto del mondo.

Ci sono programmi sulla salute, per bambini, un forum per i giovani tre volte alla settimana e spettacoli dedicati alle donne. Ogni sabato c’è un dibattito.

Radio Miraya realizza anche talk show in diverse zone, per trattare temi specifici locali.

Grazie a Radio Miraya, molti sud sudanesi hanno compreso il conflitto, l'accordo di pace, la situazione umanitaria e sanno cosa sta succedendo con i diritti umani e la protezione dei civili.

L'incitamento all'odio è un problema importante. Ce n'è tanto, dal passaparola e anche dai social.

La radio lo affronta giorno per giorno e caso per caso. Sono state create persino false pagine Facebook di Radio Miraya e la radio ha dovuto contattare Facebook molte volte per farle chiuderle.

Comunque Radio Miraya ha successo e rimane una delle stazioni radio più affidabili del Paese e una vera costruttrice di pace. 

 

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